Nel 2006 fu organizzato il primo Master Universitario di Pet Therapy “Attività e Terapie Assistite con l’ausilio dell’Animale” presso l’Università di Medicina Chirurgia e Veterinaria di Perugia. Mi iscrissi subito per l’esame di ammissione. Finalmente l’Università si occupava della materia attraverso il metodo scientifico e di ricerca. Era un master di primo livello, mi sentivo eccitata e molto preoccupata perché temevo di non essere ammessa.

Per le selezioni andai a Perugia la notte prima: dopo aver superato E45 con le sue buche e la sua poca illuminazione arrivai a casa di un carissimo amico di mio padre che mi diede un minestrone, quello vero, fuori faceva molto freddo.

Il compagno di mille avventure di mio padre mi rassicurò con la tipica cadenza umbra. L’indomani mattina mi avrebbe accompagnato in Università, luogo a lui caro: era stato professore di Veterinaria. Da piccola mi raccontava che aveva fatto le radiografie ad un celebre cavallo da corsa degli anni 90, immaginavo lui, uomo minito, alle prese con quell’animale tutto muscoli. Cercavo di immaginare come lo avesse posizionato per la radiografia.

Mi ricordo l’ingresso imponente della Facoltà, uno scalone in marmo portava all’aula magna, non come l’ingresso del Settore Didattico di Via Celoria a Milano che invece ricordava una scatola per la raccolta dei campini da analizzare.

Salivo gli scalini, ad ogni scalino la salivazione diminuiva. Un requisito della selezione era avere un cane abbastanza giovane da formare, e in quella occasione mi venne regalata Fly, One day I will fly away, e lei non è mai stata con tutte le zampe per terra. Anche lei un golden, manto marroncino e un fondoschiena a pera.

La selezione andò benissimo. Iniziai l’avventura perugina accompagnata da Fly che imparò a salire quella scala con fierezza. Ogni volta che varcava il portone dell’Università la sua coda scodinzolante si alzava

Andai per circa 2 anni a Perugia, era un viaggio lunghissimo sia in macchina che in treno, ore passate sul “Tacito” raramente in orario. Una volta arrivata sentivo di essere nell’ombelico d’Italia;  venivo accolta in famiglia da Donatella Mambrini, conosciuta al master ed entrata nella mia vita come amica sincera, diventammo anche noi compagne di mille avventure.

Fly ed io superammo la valutazione della coppia cane conduttore e la commissione con a capo la Professoressa Silvana Diverio mi diplomò con 110 e lode.

Alla sera andammo a cena per festeggiare, eravamo un gruppetto tra cui mio padre con il suo amico fidato ed io con la mia amica fidata!