Bianca era un labrador, femmina di rara bellezza e cucciataggine. Si sentiva a prorio agio in compagnia degli anziani.

Le signore si rivolgevano a lei chiedendole quale mascara utilizzasse alla mattina per accentuare quei favolosi occhi neri profondo e cercavano di barattare i suoi denti, di un bianco splendente, con la loro dentiera.

Lavorare con gli anziani affetti da demenza e da altre patologie tipiche della senilità è un’esperienza speciale e molto creativa. Entrare in contatto con loro, cercare di condurre loro a qui ed ora è un percorso a tratti magico: cerchi di afferrare una parola, un suono o un movimento su cui poggiare un mattoncino per la costruzione del ponte relazionale. Mattone dopo mattone si entra in contatto con un mondo difficile ma allo stesso tempo affascinante.

L’interazione con il cane cattura l’attenzione perché segue canali comunicativi primordiali basati su semplici e chiare strutture comunicative. Spinge a mettersi in gioco: “se proprio vuoi sapere quale mascara utillizzo per accentuare la linea dei miei occhi………..,mi devi guardare e chiedermelo. E forse te lo dirò se mi darai una carezza e un biscotto ed entrerai in contatto diretto con me”. Piccole azioni, grandi pensieri portano a sentirsi meno soli.

E noi siamo lì, senza giudizio e con lo stupore di un bambino.